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La recensione della prima stagione di “The Legendary Hero Is Dead”

Noi spettatori di anime siamo abituati a storie importanti, divertenti, provocatorie e persino sconvolgenti. Ma ci sono anche quei lavori che, non appena li vediamo, capiamo che non riusciremo mai ad apprezzare. Questo è il caso di The Legendary Hero Is Dead. L’idea iniziale, tutto sommato, non è poi così malvagia; la storia fantasy non è particolarmente originale e potrebbe essere considerata banale, ma è la fissazione dell’autore per le calze alla parigina che affossa ancor di più il progetto.

La trama ruota intorno a un eroe che, tre anni prima degli eventi della storia, è riuscito a sigillare il cancello dell’inferno e a salvare il mondo da un’infinita invasione di mostri. Purtroppo, col tempo, il sigillo si è indebolito e gruppi di mostri sono riusciti sporadicamente a passare. Quando il sigillo inizia a craccare pesantemente, un grande gruppo di mostri riesce finalmente a varcarlo e la professione di eroe torna ad essere una valida alternativa per guadagnare soldi, fama e prestigio.

Touka Scott, un giovane agricoltore, si prepara a difendersi dagli attacchi dei mostri costruendo una trappola per catturarli. Improvvisamente un mostro attacca il suo villaggio e Touka tenta invano di attirarlo nella trappola con deliziosa pancetta affumicata. Fortunatamente, l’eroe locale giunge in soccorso proprio in tempo. Dopo aver sconfitto il mostro, l’eroe è esausto e affamato e decide di gustarsi un boccone della succulenta pancetta, ma finisce per cadere nella trappola di Touka e morire. Chi salverà ora la regione dai mostri che la minacciano?

La giovane accompagnatrice dello sfortunato eroe arriva al villaggio; in realtà, è una negromante, una maga capace di controllare i morti. Utilizzando le sue abilità magiche, la negromante Anri Haysworth decide di mantenere la promessa all’eroe defunto: continuare la lotta anche dopo la sua morte. Quindi, imprigiona lo spirito di Touka nel corpo del defunto eroe e lo costringe a prendere le sue responsabilità diventando il protettore della regione.

Il nostro protagonista è bravo con le trappole e i meccanismi, ma non ha certo lo spirito indomito di un eroe né le abilità magiche del suo predecessore. All’inizio, il giovane agricoltore non vuole accettare l’incarico, ma quando si rende conto che la fama dell’eroe gli offre opportunità inaspettate, decide di accettare per realizzare il suo perverso sogno nel cassetto: far indossare le calze alla parigina a tutte le belle e formose cosce che riesce a trovare.

Dal punto di vista grafico, i personaggi femminili sono quasi tutti molto procaci e con cosce abbondanti, proprio per stuzzicare la fantasia perversa di Touka. L’animazione affidata alla Liden Films, purtroppo, non raggiunge lo stesso livello di prodotti precedenti curati da questo studio come Goblin Slayer e Call Of The Night. Quindi, il prodotto nel complesso è mediocre, ma la malriuscita perversione per le calze alla parigina abbassa ancora di più il suo livello.

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The Legendary Hero Is Dead – Stagione 1: la recensione

Scritto da MarcoF  

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